Cantina Margò
Carlo Tabarrini è il paradigma del sognatore: lavora in fabbrica, ma il desiderio di fare vino è per lui irresistibile. Quando finalmente si presenta l'occasione, prende in affitto una vigna e pian piano dà vita alla propria piccola cantina, con l’intento di valorizzare un prodotto che sembra avere un potenziale straordinario, spesso sottovalutato fino ad oggi. Nasce così Cantina Margò, in onore della primogenita Margherita. Carlo è curioso, sperimenta, divide vendemmie in infinite micro-vinificazioni per approfondirne tutte le variabili ed è un vero purista, aborrendo qualsiasi prodotto di sintesi e dedicandosi personalmente all’accudimento di ogni singola pianta: solo rame e zolfo in vigna, lieviti indigeni, filtrazione per decantazione e bassissime dosi di solforosa. Non ha un enologo, né un agronomo, né un cantiniere e da solo, oggi, è arrivato a produrre circa 20.000 bottiglie.